L’Arcivescovo Mario a Venegono per inaugurare l’anno seminaristico 2020/2021 e presentare la proposta per l’anno pastorale. Nel tardo pomeriggio di giovedì 15 ottobre l’Arcivescovo Mario è giunto sul colle del Belvedere di Venegono per iniziare insieme a tutta la Comunità del Seminario il nuovo anno.

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Prima della Celebrazione Eucaristica, l’Arcivescovo ha incontrato seminaristi ed educatori per presentare la proposta per quest’anno pastorale: “Infonda Dio sapienza nel cuore”.

Il saluto introduttivo del neo-Rettore, don Enrico, si è concentrato su due aspetti. Il primo è il riferimento al titolo della Basilica del Seminario: Gesù Sapienza del Padre, che certamente «richiama a contemplare e a tendere alla vera sapienza che è quella che viene da Dio e da suo Figlio Gesù Cristo». E poi il riferimento alla cattedra del Vescovo, che si trova anche in questa Basilica, per sottolineare il legame profondo che il Vescovo ha con il Seminario e soprattutto il ruolo che egli ricopre, quale mediatore autorevole della sapienza del Padre per i fedeli, ed in particolare per coloro che sono in cammino per diventare sacerdoti.     

L’Arcivescovo nel suo intervento prima di soffermarsi sulla proposta pastorale, ha posto l’attenzione sul termine “pastorale”, che non è altro che «l’attuazione del missione che Gesù affida ai discepoli». Ogni proposta pastorale infatti si inserisce in una tradizione, e ultimamente si fonda e si ispira ai dettami del Concilio Vaticano II, e nel caso specifico della Arcidiocesi di Milano tutto si concretizza e attualizza seguendo il Sinodo 47° del 1995. A partire da tutto questo ogni singolo Vescovo individua consigli, proposte e pone sottolineature utili per guidare il cammino diocesano.

Per Mons. Delpini la vera proposta pastorale è l’anno liturgico, secondo lui: «la Chiesa per prima aiuta a condurre il popolo dei fedeli, al mistero che salva, attraverso la liturgia». Ulteriore elemento che sta particolarmente a cuore all’Arcivescovo è il tema dell’unità, infatti ha sottolineato che «la pastorale si può realizzare solo se c’è unità tra preti e vescovo». Tutto parte dalla collaborazione col il Vescovo per la missione.

In merito alla proposta di quest’anno, il vescovo Mario ha deciso di non approfondire qualcosa di specifico, ma semplicemente concentrarsi sulle «domande che questo tempo ha provocato, per aiutare l’umanità a ricercare la sapienza che queste suscitano».

Riprendendo il rifermento fatto dal Rettore nel suo saluto, l’Arcivescovo ribadisce che il Seminario «deve essere luogo dove il tema della sapienza sia particolarmente approfondito, ma non per mero interesse intellettuale, al contrario per tendere a Gesù, la vera sapienza». Gli anni del Seminario servono per formarsi, per essere pronti al ministero e ad essere in grado di rispondere alle domande del popolo di Dio.

Durante la Celebrazione Eucaristica, nella memoria di Santa Teresa d’Avila, l’Arcivescovo ci ha esortato a renderci conto che tutto si può comprendere solo perché Dio apre la mente, e solo se Gesù risorto diventa il criterio di ogni cosa.

Mons. Delpini ha augurato a seminaristi ed educatori di «accogliere Gesù, ascoltare Gesù e vivere in comunione con Gesù». Ogni ambito della vita seminaristica, la preghiera, lo studio, la vita comunitaria e fraterna, l’attività pastorale, devono avere come unico criterio Gesù risorto, come egli stesso ha raccomandato ai discepoli nel vangelo del giorno «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi» (Lc 24,44).

Solo se ci lasciamo condurre da Gesù, ogni tempo, anche quello così inedito che stiamo vivendo, diventa occasione per comprendere che la terra è piena della gloria di Dio.