Con domenica 8 novembre si è aperto un tempo totalmente nuovo per la comunità del Seminario. La difficile situazione sanitaria ha portato a interpretare la vita seminaristica in modo inedito. I seminaristi hanno lasciato il colle di Venegono, andando a creare tante piccole comunità diffuse per la Diocesi.

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Per poter continuare il cammino seminaristico composto di preghiera, studio, vita comunitaria e attività pastorale. Tutti questi elementi andranno a rimodularsi in un contesto diverso, ma non verranno meno, perché il Seminario è un tempo e non semplicemente un luogo fisico. L’essere più vicini alla gente, anche fisicamente, permetterà di cogliere con più profondità i timori e le fatiche che il popolo di Dio vive in questo tempo di emergenza sanitaria.

L’Arcivescovo non ha fatto mancare la sua vicinanza e il suo incoraggiamento, spronandoci a vivere questa situazione come occasione, puntando soprattutto sull’emergenza spirituale: «L’emergenza sanitaria rende più grave l’emergenza spirituale che rischia di inaridire gli animi, occupandoli di molte notizie, chiacchiere, banalità, preoccupazioni, tensioni».

Inoltre ha invitato ciascuno a percepire la gravità di questa emergenza spirituale, a puntare soprattutto su una preghiera più intensa e condivisa, e a farci vicini alle persone per far sentire la presenza consolante di Dio.