Nel numero doppio di giugno-luglio de La Fiaccola vengono ripercorsi momenti importanti e gioiosi della vita del presbiterio diocesano: innanzitutto le ordinazioni sacerdotali e poi, a ritroso, la Festa dei Fiori con i più significativi anniversari di sacerdozio e la Festa del 1° maggio insieme alle famiglie dei diaconi.

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Le ordinazioni sono sempre fonte di speranza. «Siate benedizione per la vostra famiglia – ha detto l’Arcivescovo ai novelli preti – per le comunità che vi hanno accompagnato, per il presbiterio che vi accoglie, per il ministero che vi aspetta. Siate benedizione per questa città che ha bisogno della nostra parola di speranza».
Alla Festa dei Fiori dello scorso 10 maggio in Seminario, presentando alla Diocesi i futuri preti,  mons. Mario Delpini aveva detto: «Celebro la bellezza della parola che ha convinto alla consegna irrevocabile del presente e del futuro, dei talenti e delle povertà, dell’immaginato e dell’atteso e dell’impensato, sconcertante, vertiginoso e deprimente, tutto compiuto in un “Eccomi”, intimo e segreto, poi pubblico e solenne».
Significativa poi la testimonianza di mons. Emilio Patriarca alla Festa dei Fiori, di cui su questo numero è riportata una sintesi. Ricordando i suoi trentaquattro anni trascorsi in Zambia, il Vescovo emerito di Monze si è soffermato sulla sua relazione con i preti locali, nel difficile equilibrio tra accettazione dei limiti umani e desiderio di santità. L’essersi fatti prossimi, nonostante le distanze geografiche e culturali, è stato un grande dono.
Nell’omelia della Festa del 1° maggio, invece, mons. Delpini ha affrontato il tema delle cadute e delle fatiche, inevitabili nella vita del prete, così come è stato per Gesù e  per gli apostoli. Da queste però non bisogna lasciarsi abbattere perché «la missione è seminare».

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