Sabato 12 novembre, nella Basilica della Divina Sapienza del Seminario di Venegono, quattordici seminaristi di IV teologia (undici diocesani e tre extradiocesani) hanno ricevuto il ministero dell’accolitato. La celebrazione è stata presieduta da Sua em.za il Cardinale Luis Antonio Tagle.

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Durante l’omelia il Cardinale ha ricordato ai neo accoliti l’importanza di questo servizio alla Chiesa e al popolo di Dio con queste parole: “Cari accoliti, servite come ha servitù Gesù, offrite il vostro corpo, il vostro sangue, la vostra mente, il vostro cuore, le vostre mani, il vostro tempo per
adempiere all’alleanza di Dio con il suo popolo.”

Questo importante momento per tutta la comunità del seminario è giunta a conclusione dalla Settimana Eucaristica, importante appuntamento annuale per la comunità del Quadriennio poichè permette ai seminaristi di poter vivere con maggior intensità e per un tempo prolungato la preghiera nella forma dell’Adorazione Eucaristica.

La classe IV si è presentata alla comunità per questa Settimana Eucaristica e per l’accolitato con la scelta di un “motto”, una frase tratta dal capitolo 6 del Vangelo di Giovanni: “Chi mangia me vivrà per me”.

Qui di seguito un piccolo stralcio di un articolo che sarà pubblicato sul prossimo numero di Dicembre de “la Fiaccola” che aiuta a capire meglio chi è la figura dell’accolito: “Chi è l’accolito? Qual è il suo compito? L’accolito è colui che può distribuire l’Eucaristia come ministro straordinario durante la messa, e può portarla ai malati e agli infermi. In questo senso l’accolito è un “Cristoforo”, cioè un “portatore di Cristo”, del suo Corpo che è l’Eucaristia. Ma
l’accolito è anche e soprattutto, stando all’etimologia del termine, “colui che cammina accanto”, un “compagno di viaggio”: e infatti l’accolito è colui che sta accanto al diacono e al sacerdote e presta loro il suo servizio in ordine alla celebrazione eucaristica. Ma l’accolito ancor prima si sente accanto al Maestro che per lui dona quanto di più prezioso ha da donare, se stesso, la sua stessa vita; e si fa così portatore di Lui, del suo Corpo, a tutti coloro che si accostano per riceverLo. E lo fa consapevole di quanto Egli afferma, e cioè che chi si nutre di Lui “vivrà per Lui”.”