Una riflessione di padre Antonio Genziani, a partire dal dipinto “Il sogno di San Giuseppe” di Georges de La Tour

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Accade a Giuseppe ciò che già è accaduto a Maria. Anche lui riceve l’annuncio e la chiamata. Giuseppe è visto spesso come una figura marginale; a noi, invece, piace vederlo protagonista, con un ruolo importante, fondamentale nella storia della salvezza, che esprime pienamente la paternità andando oltre una paternità biologica.

Allora, se è importante il sì di Maria, lo è anche quello di Giuseppe, che si affida liberamente al mistero perché è in grado di seguire quella voce che risuona nel suo cuore e nei suoi sogni.

Nei Vangeli non è riportata parola detta da Giuseppe. Giuseppe non parla, è uomo concreto, di azione, che mette in pratica la Parola.

Questo quadro ci dà l’occasione per riflettere sul valore del silenzio nell’esperienza vocazionale, per cercare uno spazio dove far “risuonare” la Parola e sciogliere dubbi e paure che inevitabilmente si pongono nella scelta della propria vocazione. È in questo spazio vuoto che Giuseppe trova la Parola. Giuseppe, di cui conosciamo l’obbedienza, i gesti d’amore compiuti…

Nel silenzio e nella solitudine che circondano questo “giovane” che vede svanire il futuro, il suo progetto di vita, riconosciamo l’agire di Dio. E ora Giuseppe agisce: quanto è importante il silenzio per il chiamato! Giuseppe si addormenta: il libro sulle ginocchia, alla ricerca della risposta, la volontà di Dio che non si fa attendere!

Può accadere che quando un giovane percepisce la chiamata da Dio si senta solo, incompreso, intimorito e anche un po’ abbandonato a sé stesso. Ma è necessario sperimentare solitudine e silenzio interiori che poi lasciano lo spazio alle risposte. E qui Giuseppe ci viene in aiuto perché trova nella Parola di Dio la forza e il coraggio di compiere la scelta, abbandonandosi fiducioso tra le braccia del Padre. Padre che in questo quadro è rappresentato in modo straordinario dall’angelo e dalla luce della candela che squarcia le tenebre.

Allora l’unica strada da percorrere è il silenzio interiore attraverso il quale riusciamo a fare scelte, a vivere in modo autentico, perché il silenzio, che è dialogo con sé stessi, ci permette di cogliere la nostra vera identità e di aprirci all’accoglienza della volontà del Signore e delle persone che vivono accanto a noi.

Perché fare silenzio? Per lasciare che il silenzio parli, perché il silenzio è ascoltare la Parola. Non è semplice assenza di parole, è ascoltare ciò che abita in profondità, è stupore per quello che avverrà.

Preghiera

Signore, solo tu conosci i drammi dell’uomo giusto,
le sue notti insonni,
le domande senza risposta
e l’infinita distesa di silenzio.
Come Giuseppe,
l’uomo innamorato,
aiutaci, Signore,
ad accogliere la tua chiamata,
anche quando rovescia i nostri progetti già decisi,
e a custodirla nel silenzio della vita.
Solo in questo modo nessun sospetto
attraverserà più il nostro cuore.

Opera: Georges de La Tour, Il sogno di San Giuseppe, (1630-1635), olio su tela, Musée des Beaux Art di Nantes (Francia)