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Sommari:

ERMENEGILDO CONTI, Una renascentia dell’umanesimo?
, 383-409

Dopo una rapida descrizione dei molteplici significati di umanesimo e anti-umanesimo, il saggio si sofferma su alcuni snodi fondamentali della proposta umanistica, per valutarne la pertinenza e la validità nel nostro contesto culturale. In particolare, vengono indagati e discussi il modo di fare filosofia (tenendo conto soprattutto della riflessione filosofica sull’uomo e del suo impatto sull’esistenza personale), l’antropocentrismo (in riferimento a Dio e agli altri animali), la libertà e il confronto con le scienze.

After a brief description of the multiple significations of humanism and anti-humanism, this paper concentrates on some fundamental articulations of the humanistic proposition, evaluating its relevancy and validity in our cultural context. In particular the article discusses and inquires into the philosophical modus operandi (above all taking into account the philosophical reflection on humans and their impact on personal existence), anthropocentrism (in reference to the other animals and God), freedom and the comparison with the sciences.

PIETRO LORENZO MAGGIONI, L’uno e gli altri testamenti: la teologia del dialogo per un nuovo umanesimo, 411-440

Il concetto di «nuovo umanesimo», oltre ad essere inflazionato, si mostra particolarmente problematico se assunto in sede teologica. Dopo aver ricostruito il complesso dibattito filosofico che ha segnato il secolo appena trascorso, l’autore elenca le condizioni per cui tale categoria può dirsi plausibile e tradursi in un progetto teologico di ampio respiro. Non c’è nuovo umanesimo se la teologia cristiana non intercetta la questione del pluralismo religioso, interagendo con le narrative altrui.

The concept of “neohumanism”, apart from being inflated, becomes particularly problematic if assumed in theological circles. The author, having pieced together the complex philosophical debate which marked the last century, lists the conditions by which such a category results plausible for a wide-ranging theological project. New humanism has no raison d’etre if christian theology does not intercept the question of religious freedom, interacting with the narratives of others.

SIMONE DUCHI, Enipostasia. Proposta per una verifica del concetto, 441-465

La storia della teologia custodisce una ricchezza speculativa che merita sempre nuova attenzione: il concetto di enipostasia ne è ottimo esempio. Quest’intuizione vuole argomentare il modo in cui l’uomo Gesù esiste in quanto rivelazione di Dio, Verbo incarnato. Nell’ambito dello studio cristologico, le vicende del termine segnano dipendenza e sporgenza rispetto al contesto che l’ha prodotto ed a quelli che l’hanno utilizzato. La moderna discussione del classico assetto calcedonese entro cui prese forma promette nuova vitalità per l’idea in esame, della quale si propone una rinnovata stima mettendo ordine tra il lessico antico e moderno, nonché tra i registri trinitario e cristologico nei quali può venir adoperato.

The history of theology contains a speculative richness which continues to merit renewed attention: the concept of enhypostasis is an excellent example of this. This intuition wishes to deduce the way in which Jesus the man exists as God’s revelation, the incarnate Word. In the area of christological studies, the term’s vicissitudes denote both dependence and protrusion in relation to the context in which it was coined and the people by whom it was employed. The modern discussion on the classical Chalcedonian arrangement within which the term was formed gives new life to the underlying idea under examination. The idea is here re-evaluated, putting in order not only the ancient and modern lexes but also the trinitarian and christological registers in which it can be operated.

DONATO PAVONE, Il prete e una singolare forma di leadership. Riflessioni di carattere psicologico, 467-491

L’articolo esamina il ministero della presidenza della comunità ecclesiale in relazione agli organismi e gruppi ai quali il presbitero partecipa o che conduce. La prospettiva adottata è di tipo psicosociale. Il contributo, che ha per focus una leadership a servizio di una comunità fraterna e corresponsabile, dopo aver delineato alcuni atteggiamenti del presidente-facilitatore, offrendone anche esemplificazioni concrete, suggerisce delle linee d’azione che intervengono in modo positivo sui processi gruppali, in ordine sia alla comunione sia all’efficacia operativa.

This article proposes to examine from a psycho-social perspective the priestly ministry of presiding the ecclesial community in relation to the leadership and involvement in organisms and groups. This contribution, which focuses on a leadership at the service of a fraternal and jointly responsible community, having outlined some characteristics of the presiding facilitator with some concrete examples, puts forward some courses of action and intervention regarding the positive outcome of group dynamics with reference to both communion and operative efficacy.

STEFANO GUARINELLI, La formazione del seminarista con orientamento omosessuale. 3. La maturità dei formatori e dell’istituzione formativa, 493-525

Si intende approfondire la dimensione sociale, costitutiva della maturità dei seminaristi. In una tale prospettiva sembra determinante la maturità del contesto formativo e dei suoi formatori. L’orientamento sessuale si mostra sensibile alle diverse forme di immaturità del gruppo. In particolare, l’orientamento omosessuale e il disorientamento sembrano particolarmente vulnerabili a simbolizzare difficoltà di varia provenienza, anche a partire dall’attuale configurazione della formazione seminaristica. Da ciò, più che l’orientamento in se stesso, andrebbero focalizzate quelle difficoltà, così che la formazione permetta a ogni seminarista di vivere con autenticità la propria intuizione vocazionale. Non accada, invece, che la formazione si faccia complice di quelle vulnerabilità, finendo, paradossalmente, per aggravarle, compromettendo lo sviluppo psichico e quello spirituale e vocazionale dei candidati.

Here the intention is to elaborate the social dimension, constitutive of the maturity of the seminarians. In such a perspective the fundamental maturity of the formation context and its formators is clear. Sexual orientation proves sensitive to the various forms of a group’s immaturity. In particular, homosexual orientation and disorientation appear particularly weak in symbolizing difficulties of various origin, also considering today’s configuration of seminary formation. It follows that, more than on the orientation in itself the focus should rather be placed on such difficulties so as to enable each seminarian to authentically live out his own vocational intuition. To be avoided would be the situation in which formation becomes an accessory of those weaknesses, paradoxically worsening the situation and placing the psychological, spiritual and vocational development of the candidates at risk.