Espressione della scuola teologica del Seminario Arcivescovile di Milano, “La Scuola Cattolica” è una delle più antiche riviste teologiche

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Sommari:

MASSIMILIANO SCANDROGLIO, Il «Giorno del Signore», culmine e paradigma del castigo biblico. Il caso emblematico dei Profeti Minori, 551-583

Il contributo studia il tema del «Giorno del Signore» nelle pagine profetiche dei Dodici, allo scopo di rilevarne la ricchezza letteraria e teologica, e offrire qualche criterio di lettura per apprezzarne la prospettiva salvifica. Nell’impiegare un immaginario spesso molto crudo e lontano dalla nostra sensibilità, i profeti intendono esprimere, in primo luogo, il rifiuto radicale da parte di Dio di ogni forma di compromissione con il male e, in secondo luogo, il desiderio invincibile di ricondurre il peccatore sulla via della salvezza. Queste pericopi traducono l’ardente attesa da parte dei profeti di una svolta della storia, prossima e definitiva, in cui la giustizia possa essere ristabilita. Per quanto la storia possa apparire inesorabilmente in preda a forze ostili, la speranza della fede non si estingue e continua a proclamare l’avvento di un tempo, nel quale il Dio di Israele darà al mondo un volto nuovo.

This contribution examines the theme of “The day of the Lord” in the prophetic pages of the Twelve, with the aim of revealing its theological and literary richness, and to offer some reading criteria so as to appreciate the salvific perspective. In utilizing an often stark and somewhat more removed vision from ours, the prophets intend to express, in first place, the invincible desire to bring the sinner back to the way of salvation. These pericopes translate the prophets’ ardent longing for an historic turn-around, proximate and definitive, in which justice may be restored. As much as history may appear inexorably prey to hostile forces, the hope of belief is not quenched but rather continues to proclaim the coming of a time in which the God of Israel will renew the face of the earth.

GIUSEPPE COMO, «Un modo di vivere “alla Trinità”». La “spiritualità dell’unità” come “spiritualità collettiva” in Chiara Lubich, 585-618

Il contributo intende analizzare la formula utilizzata più volte da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, secondo cui la “spiritualità dell’unità” propria del Movimento è una “spiritualità collettiva”. Lo studio procede considerando in una prima parte alcune aree nelle quali è storicamente emerso, negli scritti della Lubich, il tema della “spiritualità collettiva”, in particolare il discorso sulla santità e l’immagine del “castello esteriore”. Nella seconda parte, si delineano i contenuti di tale spiritualità, affrontando le tematiche del fratello come “via” a Dio, la presenza di “Gesù in mezzo”, il riferimento a “Gesù abbandonato”, il rendersi “nulla” dei credenti nel dono di sé reciproco, la partecipazione alla vita della Trinità come senso ultimo di una “spiritualità collettiva” in senso cristiano.

This contribution intends on analyzing an expression used on more that one occasion by Chiara Lubich (foundress of the Focolare Movement), according to which the Movement’s “spirituality of unity” is a “collective spirituality”. This study proceeds by first considering some areas in which there truly emerges, in the writings of Lubich, the theme of “collective spirituality”, in particular the discourse on holiness and the the image of the “interior castle”. In the second part, the contents of such a spirituality are laid out, dealing with the themes of the brother/sister as a “way” to God, the presence of “Jesus in the midst”, the reference to “Jesus forsaken”, that of believers becoming “nothing” in the reciprocal giving of self, and the participation in the life of the Trinity as the ultimate meaning of a “collective spirituality” in the strictly Christian sense.

NORBERTO VALLI, Cremazione: e poi? Una nuova sfida pastorale, 619-646

Il contributo prende atto, anzitutto, del significativo cambiamento di mentalità avvenuto anche tra i cattolici praticanti a riguardo della cremazione e soprattutto del successivo trattamento delle ceneri, constatando la crescita della tendenza a conservarle a domicilio o a disperderle, non sempre in aree appositamente predisposte. Dopo un breve excursus di carattere storico, che mostra il passaggio dal netto rifiuto all’accoglienza da parte della Chiesa della pratica di incenerire le salme, viene messo in risalto il senso cristiano della sepoltura con la conseguente presa di distanza da scelte che, sebbene permesse dallo Stato, non possono e non devono essere accettate da chi professa la propria appartenenza ecclesiale. La valorizzazione in chiave pastorale dell’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede “Ad resurgendum cum Christo”, ripresa nel Direttorio diocesano milanese per la celebrazione delle esequie, al quale è riservata una specifica attenzione, orienta a una rinnovata formazione dei cristiani in questo ambito e all’individuazione di soluzioni che incoraggino la tumulazione delle urne cinerarie.

This paper acknowledges, first and foremost, the significant change of mentality which has come about also among practicing Catholics regarding cremation and above all the successive dealing with the ashes, observing the increase in the tendency to conserve these ashes at home or of scattering them in areas not always intended for such a purpose. After giving a brief historical background, which shows the passage from a clear cut refusal of cremation on the part of the Catholic Church, the true meaning of Christian burial is highlighted with a resulting distancing from choices which, even though civilly allowed, cannot and must not be accepted by those who claim to belong to the Church. The appreciation from a pastoral point of view of the Congregation for the Doctrine of the Faith’s Instruction “Ad resurgendum cum Christo” which is cited in the Archdiocese of Milan’s Directory for the celebration of funerals, to which the paper gives particular attention, is oriented towards renewing the formation of Christians in this area and finding solutions which encourage the entombment of cinerary urns.

SILVIA MERONI – FRANCESCO SCANZIANI, «… Ma anche la Chiesa ci ha dimenticato». Carlo Maria Martini e le vittime del terrorismo, 647-686

Nel X anniversario della morte del card. C.M. Martini, lo studio indaga un aspetto mai scandagliato del suo ministero: la scelta coraggiosa di stare accanto alle vittime del terrorismo. Attraverso un inedito ascolto dei familiari delle vittime si ricostruisce l’azione del pastore e l’analisi delle sue parole ne illumina l’intenzione profonda. Emerge così un aspetto poco conosciuto e quasi per nulla indagato delle sue scelte durante gli Anni di piombo a Milano, che si rivela profetico ancora oggi per la Chiesa e la società italiana.

On this tenth anniversary of the death of Card. C.M Martini, this study examines an untreated aspect of his ministry: his courageous choice of staying close to the victims of terrorism. In listening to the unpublished accounts of the victim’s families we are able to reconstruct Martini’s pastoral action and by analyzing his words shed light on his deepest intentions. There thus emerges a little known aspect of his decisions taken during the Leaden Years in Milan, which reveal themselves as prophetic still today for the Church and Italian society as a whole.

SIMONE DUCHI, Veni, vidi, vici? Stasi mortale e dinamica pasquale di Cristo agli inferi, 687-714

Lo studio considera un articolo del credo apostolico: descendit ad inferos. Rispetto a un affondo storico o esegetico, il suo taglio sistematico trae motivo dal fatto che il passo è divenuto oggetto di letture conflittuali al punto da evocare l’eterodossia, e proprio tra studiosi cattolici. L’autorevolezza del compendio della fede esige di verificare in cosa consista questa fase del dramma salvifico, appianando la polemica. Anziché chiedere cosa segue alla morte di Gesù, in una scansione cronologica, va domandato cosa consegue, in una scansione logica. La ricerca illustra così un nesso tra cristologia, soteriologia ed escatologia, che ritengo custodisca l’autentico valore dell’enunciato.

This study considers an article of the Apostolic Creed: descendit ad inferos. Compared to an historical or exegetical perspective, the systematic outlook is taken from the fact that the passage has become the object of conflictual readings to the point of evoking heterodoxy, precisely among Catholic scholars. The authority of this compendium of the faith demands the verification of exactly in what the salvific drama consists, smoothing out the controversy. Instead of asking what follows the death of Jesus, in a chronological sense, one must ask what the effects are, in a logical framework. This research thus illustrates the connection between Christology, Soteriology and Eschatology, which the author retains protects the authentic value of the pronounced message.