L’Arcivescovo nel suo “Messaggio di Speranza per questa Pasqua 2020” afferma di aver immaginato un’altra Pasqua, e anche noi in Seminario che viviamo un anno intero per prepararci alla Pasqua del Signore ci saremmo aspettati qualcosa di diverso.

Domenica-delle-Palme

«La gioia e il canto dei cristiani è nella fede, perché il Signore Gesù è risorto dai morti, perciò è vivo, è vicino. […] Il fondamento della gioia invincibile è la certezza che con la risurrezione di Gesù è sconfitto il nemico più insidioso e temibile della gioia, che è la morte. Sono convinto che ogni situazione possa diventare occasione se il Signore Gesù che sta alla porta e bussa viene accolto in casa, entra come presenza viva nella vita delle persone e delle comunità».

(dalla Lettera Pastorale 2019/2020 dell’Arcivescovo Mario,
«La situazione è occasione – Lettera per il tempo pasquale»)

Quest’anno non abbiamo potuto organizzare le belle celebrazioni del Triduo Pasquale, dove entrambe le comunità preparano i canti, il servizio liturgico, i luoghi per la preghiera e vivono momenti di preghiera intensi, accogliendo anche i giovani della Diocesi. 
L’effetto dirompente dell’epidemia è giunto anche qua, sul colle di Venegono, e ci ha costretti a modificare i nostri piani.
Da qualche settimana le nostre attività, la nostra preghiera, i momenti di vita comunitaria hanno subito un profondo cambiamento. E ciò che prima sembrava scontato e abitudinario, ora non lo è più. E questa è una sensazione assai strana, percepita maggiormente, per chi vive in una comunità composta da 120 persone abituate a vivere ogni giorno a stretto contatto condividendo buona parte della giornata insieme.
Questa Pasqua vissuta a distanza non solo tra noi, ma anche da tutto il popolo di Dio, rimarrà impressa nella memoria. Ma una cosa è certa, anche quest’anno, in queste condizioni del tutto inedite, il Signore è Risorto ancora per noi, per donarci quel messaggio di speranza che dice: “la Vita ha vinto la morte!”

Siamo costretti a una celebrazione che assomiglia più alla prima Pasqua che a quelle solenni, festose, glorioso alle quali siamo abituai. La nostra Pasqua, vissuta più in casa che in chiesa, è la cena secondo Giovanni: i suoi segni espressivi sono la lavanda dei piedi, la rivelazione intensa agli amici dei pensieri più profondi, la preghiera più accorata al Padre. La nostra Pasqua quest’anno rivive quella sera: «La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”» (Gv 20,19)

 (dal Messaggio di speranza per questa Pasqua 2020
«La potenza della sua Resurrezione» dell’Arcivescovo Mario)

Buona Santa Pasqua da tutta la comunità del Seminario!