Agli occhi di Dio siamo tutti uguali, amati allo stesso modo, con i nostri pregi e difetti, con le nostre caratteristiche e qualità uniche. Eppure il razzismo e l’esclusione non sono spariti dalle nostre società e comunità.

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Anche se pochi arrivano a dichiarare che esiste una superiorità biologica di alcuni rispetto ad altri, molti, in maniera subdola, accettano la disuguaglianza, che poi degenera in diffidenza, ostilità e pregiudizio in tanti ambiti della vita quotidiana.
La morte di George Floyd a Minneapolis, così come la sospensione, alcuni mesi fa, della partita del Paris Saint -Germain contro i turchi del Basaksehir per frasi a sfondo razziale, ci hanno indotto a parlare di razzismo sul numero di aprile di Fiaccolina.
Nel mese della Pasqua, siamo invitati a riflettere sul fatto che sotto la croce di Gesù siamo tutti fratelli, perché figli di un unico Padre che ci ama di un amore che è più forte della morte. «Il rischio oggi è di un razzismo senza razze, basato sulle differenze culturali», afferma la psicologa Marta Longoni. Nella sua rubrica su Fiaccolina l’esperta spiega ai ragazzi che il razzismo nasce da un certo modo di semplificare e catalogare le informazioni da parte del nostro cervello, che però non sempre corrispondono a realtà. «In questo modo – chiarisce la psicologa- nascono i pregiudizi e i luoghi comuni rispetto a categorie di persone che sono alla base del razzismo e che diventano pericolose quando da semplici pensieri si trasformano in azioni che discriminano». Un po’ come capita a Willy, il protagonista senegalese del fumetto che introduce il tema del mese, affrontato anche nella rubrica sportiva dove si raccontano le storie di due giocatori di colore della Pallacanestro Cantù: Jordan Bayehe e Biram Baparapè.

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