Dal 14 al 18 ottobre i seminaristi di terza, quarta e quinta teologia vivranno la “Missione vocazione” nella città e nel Decanato di Lecco, dal titolo “Pronti a servire”.

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Si tratta della ventunesima edizione di questa storica iniziativa del Seminario, dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia.
Testimonianza e provocazione sono le parole chiave della proposta, che vede coinvolti 41 seminaristi, accolti per cinque giorni da altrettante famiglie lecchesi.
«I giovani, in cammino verso il sacerdozio, raccontano la loro vocazione e l’esperienza che hanno fatto di Dio – spiega don Fabio Molon, vicerettore del Quadriennio –, così la testimonianza diventa provocazione per tutti coloro che incontreranno e invito a prendere sul serio le domande e le inquietudini del cuore».
Ricco il calendario di appuntamenti per raggiungere in particolare i giovani là dove vivono, studiano, frequentano la catechesi o praticano sport e così dialogare e pregare insieme.
«Le due colonne di una Missione vocazionale – afferma don Molon – sono la testimonianza durante le sante Messe domenicali, cui partecipano centinaia di persone e poi gli incontri nelle scuole, soprattutto superiori, che ci permettono di intercettare anche quei ragazzi che non frequentano l’oratorio».
Si semina, certi che i frutti poi verranno.
«Non bisogna pensare a nulla di magico o di miracolistico, quindi a niente di immediato – conclude il Vicerettore-. È capitato diverse volte però che qualche giovane, rileggendo la propria vicenda personale, abbia riconosciuto nella Missione vocazionale e nell’incontro con qualche seminarista una sorta di svolta o di sblocco nel suo percorso di fede, che ha rafforzato l’intuizione che già aveva nel cuore».

Quale lo scopo di questa storica iniziativa del Seminario?
Anzitutto quello della testimonianza. I seminaristi raccontano la loro vocazione, l’esperienza che hanno fatto di Dio, pregano e invitano i giovani a pregare per la loro vocazione. Così la testimonianza diventa una provocazione, per coloro che incontrano i seminaristi, a prendere sul serio le domande e le inquietudini che hanno nel cuore e a dare un nome a quelle sensazioni ancora incerte e confuse che possono essere i primi indizi di un’intuizione vocazionale più seria.

Quanto la Missione può arricchire i futuri preti e cosa invece può donare alle famiglie e all’intero territorio?
L’esperienza della Missione vocazionale è un momento forte all’interno dell’anno seminaristico; in pochi giorni si incontrano tante persone di età diverse e con tutte bisogna esporsi con un annuncio esplicito di fede, raccontando di sé e confrontandosi su tematiche anche delicate. È una sfida per ogni seminarista che si trova in contesti nuovi, con persone sconosciute, ma è………….. leggi l’Articolo completo su Chiesa di Milano