L’estate dei Candidati 2020, tra preparativi, prime destinazioni, e pellegrinaggio a Roma.

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La data è fissata, i tableaux sono affissi nelle bacheche delle parrocchie di tutta la diocesi, e nelle parrocchie di origine fervono i preparativi. In quest’anno inedito ci stiamo abituando a cambiare i soliti piani e le tradizioni lunghe anni: come le Ordinazioni presbiterali, che in Diocesi erano solitamente celebrate il secondo sabato di giugno, a conclusione dell’anno pastorale e alle soglie dell’estate. Ma in questo tempo inedito tutto è stato spostato di qualche mese, e anche le Ordinazioni da giugno sono slittate al 5 settembre, come ad aprire il nuovo anno pastorale con il dono di 22 nuovi presbiteri per la Chiesa Ambrosiana.
Dopo aver ricevuto le destinazioni il 27 giugno, i 22 candidati in questo tempo estivo stanno compiendo i primi passi nelle loro nuove comunità: conoscendo i parroci, i vicari e anche i laici con i quali collaboreranno per i primi anni di ministero.  
Ad agosto ci sarà anche il tempo per un po’ di riposo e per il tradizionale pellegrinaggio a Roma, precedentemente programmato per marzo, occasione per affidare il ministero sacerdotale all’apostolo Pietro e per incontrare Papa Francesco.
Invece la settimana che precede l’Ordinazione sarà dedicata alla preparazione di questo importante passo con gli esercizi spirituali. Cinque giorni di silenzio e preghiera che saranno vissuti nel Seminario di Venegono, che ha ospitato i Candidati per questi anni di formazione e che in questa primavera è stato abbandonato in fretta e furia a causa del lockdown.

Il motto che i Candidati 2020 hanno scelto per essere accompagnati al presbiterato, «Perché il mondo creda» (Gv 17,21), è un impegno che ciascuno desidera assumersi con la propria vita.
Inserito nel più ampio contesto della preghiera che Gesù rivolge al Padre nell’ora della Passione, il versetto giovanneo richiama infatti a due aspetti significativi per il ministero. Anzitutto “l’essere uno”: solo la comunione con Gesù e l’autentica fraternità, sostenuta dal pane della Parola e dell’Eucaristia, possono rendere credibile l’annuncio del suo Vangelo. Quindi “l’essere presi a servizio” per l’umanità. In altre parole, i candidati si impegnano affinché la loro stessa vita sia una testimonianza autentica, perché il mondo creda che ogni persona è amata e chiamata da Dio in modo del tutto speciale. Un’aspirazione impegnativa, ma che ha già contraddistinto il cammino dell’intera classe in questi anni di Seminario.
L’immagine che accompagna e rinforza il motto è un dipinto di Caspar David Friedrich, esponente del romanticismo tedesco. Si intitola Mattina sul Riesengebirge. A uno sguardo iniziale si nota il paesaggio montano e, in primo piano, svettante sulla cima più alta, una croce, unico elemento che supera la linea dell’orizzonte. Un’osservazione più accurata conduce a scorgere ai piedi della croce due personaggi: una donna vestita di bianco e un uomo vestito di nero. La donna, che rappresenta la Chiesa, è raffigurata sotto la linea dell’orizzonte, dunque sotto la croce; con una mano si aggrappa ai piedi del Crocifisso e con l’altra aiuta l’uomo, simbolo dell’umanità intera, nel suo cammino verso la cima, dunque verso Cristo.

Continuiamo a pregare per loro!