Noi candidati al Diaconato e al Presbiterato per l'Arcidiocesi di Milano abbiamo scelto come motto in vista dell'ordinazione diaconale del prossimo 30 Settembre 2023 e dell'ordinazione presbiterale del 8 Giugno 2024: Siete miei amici (Gv 15,14).

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In questi anni di formazione, ci siamo incamminati nella via dell’apprendimento dell’amore e tante volte ci siamo scontrati con la fatica della concretezza, al di là delle belle intenzioni, nel vivere l’agàpe tra di noi. Abbiamo appreso che l’unico fondamento solido delle relazioni umane è il fatto che Gesù stesso abbia detto a ognuno di noi: “Sei mio amico”. Lui ci ha scelti nel mistero della Sua volontà, attraverso la Sua Chiesa, e questo basta per riconoscerci, oltre l’umana capacità di amare, degni di stima, di fiducia e di affetto fraterno. A partire da questo amore di Dio per noi e da questa amicizia tra di noi, non fatta di superficiali sentimenti astratti, non certo perfetta, ma fatta di volti, di sorrisi e di ferite, noi vogliamo annunciare l’amore e l’amicizia di Cristo per la Sua Chiesa e per il mondo intero.

L’immagine che accompagnerà il nostro ministero è un particolare della Dedicazione della chiesa e dell’altare, dell’artista contemporaneo Nicola Villa, opera che affianca, nell’Evangeliario ambrosiano, la lettura del Vangelo nella Solennità del Signore della Dedicazione del Duomo di Milano, Chiesa Madre di tutti i fedeli ambrosiani.

L’artista intende rappresentare la Chiesa di Gesù. Essa è anzitutto riunione di uomini e donne convocati da Lui attorno alla Sua mensa: è questo in primo luogo, oltre ogni buona intenzione umana, che li rende Chiesa, cioè membra del corpo di Cristo, invitando anche altri a parteciparne.

Così anche noi vogliamo, invitati dal Lui, partecipare all’amicizia con Gesù, dono che impone di essere ridonato, e così invitare altri a riconoscere in essa il senso di ogni esistenza, anche nelle sfide che i prossimi decenni ci spingeranno ad affrontare.

Sullo sfondo dell’opera, si intravede il volto di Ambrogio, padre della nostra chiesa di Milano, e la pianta della basilica milanese a lui dedicata, segni dell’affetto speciale che ci lega alla porzione di popolo di Dio cui desideriamo dedicarci con grande zelo, in obbedienza al nostro vescovo, all’interno della sollecitudine per la Chiesa universale.