«Vieni, Signore Gesù»: ecco il titolo dell’elevazione spirituale proposta da alcuni seminaristi del Quadriennio Teologico nella Basilica del Seminario venerdì 21 novembre 2014, vigilia della memoria di Santa Cecilia, patrona del canto e della musica sacra

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Valorizzando i carismi presenti nella nostra Comunità, abbiamo voluto richiamare alcuni momenti della storia della musica, provando a immaginare il suono come la risposta dell’uomo alla domanda di un Dio che «sta alla porta e bussa» (cfr Ap 3, 20) come un pellegrino in cerca di ospitalità. Un viaggio che percorre l’evoluzione degli stili, dei gusti e delle tecniche musicali e che suscita una risposta gravida di trepida attesa: «Vieni, Signore Gesù» (Ap 22, 30), in perfetta sintonia con l’anelito che pervade tutto il tempo liturgico che stiamo vivendo, l’Avvento.

Icona biblica di apertura dell’elevazione, la parabola delle dieci vergini (Mt 25, 1-13) esprime appassionatamente il senso dell’attesa che ha dato il tono alla serata. Ci è piaciuto immaginare, nella schiera delle vergini sante, la beata Cecilia che, indefessa nella lode del Signore, così pregava nell’ora del martirio: «Sia il mio cuore immacolato, perché non sia confusa». Abbiamo così inaugurato il nostro viaggio con l’antifona propria della memoria della santa, Cantantibus Organis, eseguita dai cantori del Canto Ambrosiano Fermo (CAF) del nostro Seminario. Il brano successivo, Gaudebunt campi, cantava i benefici effetti dell’imminente venuta del Messia: la gioia dei campi e l’esuberanza della natura davanti al volto del Signore.

Con l’esecuzione dapprima dell’inno ambrosiano Christe cunctorum e poi dell’omonima composizione di Alessandro Scarlatti, eseguita dal Coro del Quadriennio Teologico diretto da Emmanuel Santoro e accompagnato da Giancarlo Bestetti (V Th.), siamo transitati dall’epoca della monodia (più voci reductae ad unum) a quella della polifonia, lode corale della grandezza di Dio nel suo Tempio santo. La gioia che fiorisce apre alla novità che invita alla danza: ecco l’ingresso in scena della musica strumentale con la Danza ungherese n. 5 per pianoforte a 4 mani di Johannes Brahms, eseguita da Stefano Chiarolla e Giovanni Vergani (III Th.). Con il Corale Nun komm’ der Heiden Heiland di Johann Sebastian Bach, il M° Gabriele Conti, insegnante di musica presso il Seminario, ha brillantemente introdotto nella serata il “re degli strumenti”, l’organo, lo strumento maggiormente in grado di imitare il flatus della voce umana. La Fantasia su Corale Hallelujah! Gott zu loben di Max Reger, proposta da Stefano Chiarolla, ha trasmesso l’allegrezza dell’anima che effonde la lode del Signore nell’attesa della sua venuta. Infine, il duo tromba (Emmanuel Santoro) e organo (Gabriele Conti) ha concluso le esecuzioni strumentali con il brillante Rondeau dalla Sinfonie de Fanfares di Jean-Joseph Mouret e l’impegnativo Concerto in Re magg. di Georg Philipp Telemann. Sulla lettura delle parole che chiudono la Scrittura e che hanno costituito il leitmotiv della serata («Vieni, Signore Gesù») si è innestato il canto finale, eseguito dal CAF: Ecce veniet Dominus, che ci ha rammentato l’avvento del Signore in un giorno di grande luce.