Il Quadriennio incontra il prof. Riccardo Redaelli, Professore Associato di geopolitica e di Storia e Istituzioni dei Paesi islamici presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

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Come nasce lo Stato Islamico?  Quali musulmani lo riconoscono? Costituisce un reale pericolo per l’Italia?

A queste (e a tante altre) domande ha risposto, nella serata di venerdì 13 febbraio, il Professor Riccardo Redaelli che ha incontrato i seminaristi del Quadriennio in un incontro organizzato dal Gruppo di Interesse Socio Politico.

L’illustre relatore è docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano, editorialista di Avvenire e responsabile di numerosi progetti di ricerca e cooperazione per il governo italiano.

La serata è stata aperta dal Rettore, don Michele Di Tolve, che ha dato il benvenuto all’ospite e ha sottolineato l’importanza del tema anche in ottica pastorale.

Il Prof. Redaelli ha innanzitutto illustrato le rivolte che hanno attraversato i Paesi arabi fin dal 2011, quindi ha spiegato che lo Stato Islamico (IS) viene chiamato anche ISIS, acronimo inglese di Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, o anche ISIL, Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.

Esso nasce da un gruppo fondamentalista inizialmente legato ad al Qaeda ed operante in Iraq, in opposizione al governo costituito con l’appoggio degli Stati Uniti. Successivamente, questa fazione integralista si è staccata da al Qaeda e si è intromessa nella guerra civile in Siria, combattendo non solo contro le truppe del governo di Assad ma anche contro gli altri gruppi di opposizione. Dopo aver preso il controllo di alcune città siriane ed irachene, nella primavera dello scorso anno, il gruppo terroristico ha proclamato il Califfato Islamico per bocca del suo leader, il quarantacinquenne  Abu Bakr al Baghdadi.

Il Prof. Redaelli ha spesso ripetuto durante l’incontro che l’obiettivo principale dell’ISIS non è spargere il terrore in occidente, come per al Qaeda, ma quello di dominare il Medio Oriente e l’Africa orientale. In altre parole, si tratta di una guerra interna al mondo arabo, fino ad ora caratterizzato dalla convivenza (quasi) pacifica di molteplici gruppi.

L’ISIS appartiene alla famiglia dell’Islam sunnita, ma si caratterizza per un estremo radicalismo: poiché la rivelazione si sarebbe chiusa con il Corano, esso non può essere reintepretato o aggiornato, ma deve essere inteso letteralmente. Della famiglia sunnita, sebbene con accenti più moderati rispetto all’ISIS, fa parte anche l’Arabia Saudita. L’Iran, invece, è un paese a prevalenza sciita, caratterizzato dalla presenza di autorità religiose che hanno saputo aggiornare la fede islamica.

Se lo Stato Islamico sta combattendo una guerra in Medio Oriente contro altri gruppi islamici per il controllo di quel territorio, perché ha rapito e ucciso alcuni occidentali filmando le loro barbare esecuzioni? Secondo il nostro ospite – e gran parte degli esperti – queste inumane operazioni hanno come unico obiettivo quello di attrarre combattenti dai Paesi occidentali, che così andrebbero ad aumentare le fila dello Stato Islamico a discapito degli altri gruppi.

Al momento è in corso una dura battaglia contro l’ISIS dai vari gruppi coinvolti e anche da un’alleanza di alcuni Stati, tra cui Stati Uniti, Inghilterra e Giordania. La situazione varia di giorno in giorno, ma la vittoria è ancora lontana.

Al termine dell’incontro, tutti i partecipanti hanno ringraziato il Professor Redaelli per la semplicità e la chiarezza con cui ha trattato argomenti molto complicati.