Anche quest’anno, seppur in assenza della ormai tradizionale Festa del Seminario, l’Arcivescovo Mario non ha rinunciato all’appuntamento della Celebrazione Eucaristica sul colle di Venegono.

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Viste le norme vigenti alla Celebrazione Eucaristica era presente tutta la comunità del Seminario, unitamente agli educatori; inoltre, ospiti graditi, sono stati i genitori dei Candidati 2021, che nella mattinata hanno avuto l’occasione di incontrare personalmente l’Arcivescovo.

Nell’omelia l’Arcivescovo è partito dalla figura di San Giuseppe per delineare e descrivere il rapporto di paternità che ognuno dovrebbe vivere, e che anche Gesù ha vissuto a Nazareth. Anche Gesù, come suo padre, ha svolto il mestiere umile del falegname; mestiere che per i suoi compaesani rappresentava un motivo di disprezzo, ma «L’uomo Gesù giunge alla sua maturità proprio in casa del falegname: e stava loro sottomesso (Lc 2,51). La verità di Gesù viene alla luce in lunghi percorsi di cronaca modesta, di vita quotidiana vissuta in quella città da cui non può venire niente di buono, in trent’anni di condivisione di una vicenda che sembra insignificante. Proprio lì abita la gloria, la pienezza della divinità».

Per Gesù e anche per noi, arriva il tempo di partire, di lasciare il nido e diventare adulti. «Diventare adulti significa essere così riconciliati con la propria storia da essere pronti a scrivere una storia nuova, la propria storia, per assumere le proprie responsabilità; diventare adulti significa farsi carico con semplicità e determinazione della propria missione». 

Per diventare adulti lo sguardo, infatti non si volge indietro alla ricerca, per nostalgia, di un nido rassicurante, ma si rivolge in avanti, fisso su Gesù, perché in lui c’è il principio e il compimento.